venerdì 2 luglio 2010

Corso d'islandese

Alla decima lezione posso sbilanciarmi e dire che il corso d'islandese non mi convince al 100%. Non che l'insegnante non sia valida nelle spiegazioni, tutt'altro...il problema è che spesso non spiega proprio. La sua teoria è che, visto che la grammatica è molto complicata, con troppe regole e ancora più eccezioni, gli islandesi si aspettano di sentire gli stranieri parlare "sgrammaticato", e quindi non è un problema. L'importante è pronunciare le parole nel modo corretto. In parte può anche essere condivisibile, ma questo non giustifica il soprassedere anche sulle cose elementari privilegiando la ripetizione a memoria di frasi fatte, dove spesso diventa difficile interpretare il significato letterale delle singole parole. Non giustifica il fatto che in quasi dieci lezioni l'unico verbo di cui è stata spiegata la coniugazione al presente indicativo in tutte le persone è il verbo essere. Eppure spulciando fra la grammatica regole di coniugazione esistono, ma non conoscendole, nel momento in cui ti viene chiesto di costruire una frase, finisci inevitabilmente col dire "io avere", "tu mangio", "noi bevo". Mi chiedo se è questo il famoso "metodo clannan" di cui si parla qui: http://www.metodocallan.net/Callan%20metodo.htm
Se così è, personalmente preferisco il caro vecchio metodo di spiegare la grammatica, fare esercizi a casa e poi correggere gli errori in classe. Noi, invece, a casa dobbiamo per conto nostro scoprire come si fa a parlare del tempo in islandese...
E tanto per dare un esempio di quanto sia bizzarra e simpatica questa lingua...i numeri cardinali al maschile dall'uno a sette sono einn, tveir, þrír, fjórir, fimm, sex, sjö...a questo punto l'ordinale sjötti cosa sarà? Il settimo?? troppo facile...sjötti vuol dire "sesto" e settimo si dice "sjöundi"...c'è davvero molto da studiare....

mercoledì 16 giugno 2010

Do you have a Kennitala?

In Islanda esiste una cosa chiamata Kennitala. Che cos'è è facile da capire: un id che identifica la tua persona in modo univoco per le autorità islandesi. Su cosa serv ci sono varie interpretazioni, ma alla fine ho capito che quella più completa è: a tutto! Fa da codice fiscale, lo trovi scritto sul libretto della macchina, ti serve per aprire un conto corrente bancario, per avere un lavoro e, ho scoperto giusto la settimana scorsa, per poter frequentare un corso di islandese. Al che ho maledetto il governo islandese che per farmi andare a lezione mi ha già sbattuto in tre uffici diversi. Sì, perchè avere un kennitala senza avere un lavoro non è semplicissimo. Hai diritto al kennitala se:
a) sei nato in Islanda
b) se lavori in Islanda
c) se hai sposato un residente in Islanda
d) se hai una qualsiasi buona ragione INDIVIDUALE per stare in Islanda (scritto testualmente sul modulo di richiesta: "individual with private means"). L'importante è che dimostri di poterti mantenere (lunedì saprò se basta un saldo di conto corrente italiano o pretendono altro...per il momento non sono ancora riuscito ad avere questo benedetto documento pur essendo già passato all'eures, al registro nazionale e al consolato...).
Come dicevo ho maledetto il governo per tanta burocrazia, quasi fossimo in un'appendice dell'Italia. In fondo devo solo fare un corso di sei settimane, perchè mi serve essere registrato all'anagrafe islandese? Stamattina ho avuto la risposta: perchè il corso che sto facendo di 60 ore al costo, a mio avviso, irrisorio di 24.000 corone (al cambio attuale circa 180 euro, al cambio di sei mesi sarebbe stato meno di 150) lo paga in parte il governo. In pratica questi corsi per stranieri sono finanziati con soldi pubblici in virtù di un principio di integrazione. In cambio ti viene solo chiesto di far sapere loro chi sei e perchè sei qui. Ed è abbastanza bizzarro che questo avvenga in un paese dove, tutto sommato, si riesce a lavorare e a sopravvivere dignitosamente con il semplice inglese. Che dire? Ho ringraziato fra me il governo e sono tornato a casa a stampare il mio ultimo estratto conto. La settimana prossima spero di riuscire ad avere questo benedetto kennitala e avrò così un altro motivo per continuare ad amare questo splendido paese.

mercoledì 9 giugno 2010

Fuori c'e' la crisi....

Prendi un islandese qualsiasi. Parla con lui del più e del meno per qualche minuto. Fagli capire che hai interesse per l'argomento Islanda e cronometra dopo quanti secondi usciranno le due parole più inflazionate dell'intera isola: BANK COLLAPSE. E' comprensibile: tutte le statistiche dicono che il bank collapse ha cambiato radicalmente faccia al paese. Quell'invitante 0,3 di disoccupati che c'era quando Janis ha preso il primo volo per Reykjavik è aumentato di oltre il 2000%. Nel 2009 il saldo fra immigrati in ingresso ed immigrati in uscita è in passivo. Ergo, tanta gente, soprattuto polacchi, stanno tornando a casa. La corona si è leggermente ripresa, ma più per demerito dell'euro che altro. Ed è comunque ancora svalutata del 30% rispetto al giorno prima del famigerato bank collpase. Eppure ieri ero a Reykjavik e tutto questo, almeno per le vie del centro non lo respiri. In tutta laugavegur (l'equivalente dei portici broletto di Mantova, per intenderci) ho visto solo tre negozi vuoti, con l'insegna affittasi o vendesi. Il nostro baretto preferito ha chiuso, ma il suo posto è già stato preso a tempo di record da un anonimo negozio di abbigliamento firmato norvegese, probabilmente parecchio costoso. Sembra che tutti resistano: dal costoso ristorante italiano al venditore di bigiotteria, dalla galleria d'arte al negozio di cd. Anche al Kringla (l'Ipercoop di Reykjavik) negozi vuoti non ce ne sono. Eppure fuori c'e' la crisi...La prima considerazione che viene è che forse è solo l'ennesima dimostrazione che nei paesi abituati a un alto tenore di vita la crisi economica ha sempre un impatto a lungo termine. L'alto risparmio accumulato negli anni permette di vivere ancora da leone per un po' e di scambiare per povertà il solo fatto di dover qualche volta contare il denaro prima di spenderlo. E poi mi sono chiesto: ma se ci fosse stata ancora la lira in Italia e ci fosse capitato a noi il bank collapse, chi sarebbe stato colpito? Probabilmente le persone "normali" che tengono i soldi in banca, o nei titoli di stato e comunque sul mercato italiano. Non certo chi non dorme la notte pensando se aderire o no allo scudo di fiscale del simpatico Tremonti. Anzi, quelli con un bello scudo fiscale potevano fare soldi a palate sull'oscillazione del cambio. Ora, se gli italiani appena possono portano i soldi in Svizzera, Lussemburgo, Liechtenstein, Isole Vergini, Cayman, etc, etc...non è che lo stesso facevano gli islandesi? Non è che qualcuno ha perso soldi e lavoro e qualcun'altro si è leccato i baffi? Quando un giorno parlerò decentemente islandese e troverò qualcuno di fidato, proverò a porre con i dovuti modi questa domanda....

domenica 6 giugno 2010

slow change....

Esistono luoghi che cambiano meno di altri. O che, almeno in parte, non cambiano affatto. Oggi sono passato davanti allo stanzino vicino alla stalla e la porta è ancora da sistemare. Kiddy mette ancora la stessa camicia per andare a Reykjavik. E nel giradischi c'è ancora il disco di Bob Dylan che io e Janis abbiamo ascoltato l'ultima sera passata insieme qui, lo scorso settembre. Se non fosse per Zorro, il vitello ormai diventato toro, e per il cambio fra il tedesco Armin e il moldavo Jon come quinto commensale della tavola nove mesi sarebbero davvero passati invano.
Oggi ho aiutato Dora a piantare broccoli e insalata in giardino. Mi ha fatto qualche domanda su questi ultimi nove mesi. Abbiamo parlato della casa che io e Janis vorremmo prendere in affitto, ma che difficilmente andrà in porto. Non mi ha chiesto quanto resterò alla fattoria. Da queste parti sono abituati a vedere le cose cambiare lentamente e non hanno mai fretta. Loro. Noi cerchiamo e speriamo di imparare.

domenica 24 maggio 2009

L'aria sporca di Reykjavik

Qualche giorno fa è arrivata la notizia che l'aria di Reykjavik è sporca. Almeno così ci è stato riferito dai nostri padroni di casa durante la chiacchierata durante un pranzo. Sembra che il forte vento proveniente dall'Europa abbia importato, oltre a prodotti finanziari tossici, anche una buona dose di smog. Ero davvero curioso di sentirla col mio naso e i miei polmoni la sacca di aria sporca che avrebbe insozzato quella che ricordava come una delle capitali più vivibili del globo. Quando venerdì scorso abbiamo approfittato del nostro giorno libero per andare a rinnovare il permesso di soggiorno di Janis ho avuto la conferma di quello che pensavo: il concetto islandese di smog è lontano anni luce da quello italiano. Certo, rispetto al nostro fiordo l'aria di Reykjavik è sporca. La tangenziale in ora di punta è affollata, nel porto si sente odore di porto e qualche fabbrica c'è (in realtà ce n'è una anche vicino a noi...una fabbrica di alluminio che deturpa l'intero fiordo, tranne le nostre finestre che la coprono grazie a una sporgenza di roccia che pare studiata ad hoc). Ma se questo è smog, la IES è l'impatto KT che ha causato l'estinzione dei dinosauri! Questo relativismo non so come interpretarlo: da un certo punto di vista mi tranquilizza. Gli islandesi sono talmente abituati all'aria pulita che basta poco per irritarli. Ma temo che l'effetto possa essere anche l'inverso: sono talmente abituati all'aria pulita che potrebbero finire col darla per scontato. Anche se in Italia non se ne parla (anzi, se provi a farlo come feci una volta io in un newsgroup quando iniziò la crisi finanziaria islandese ti prendono per paranoico), il patrimonio naturale di quest'isola è in pericolo. La disocuppazione è in aumento costante (eravamo allo 0,3% l'anno scorso, quasi piena occupazione), ora siamo al 10 dopo aver toccato il 12. Qui mi dicono che tanta gente ha problemi a pagare i propri debiti perchè ha contratto mutui in euro, ma alla fine del mese incassa corone. Chi ha investito in borsa, ha perso tutto o quasi. Vai a Reykjavik e vedi facce sorridenti, ma probabilmente il problema della perdita di benessere c'e' e la tentazione di provare uno sviluppo industriale che permetta una risalita dell'economia in tempi brevi è più che un'ipotesi. A breve si comincerà a cercare il petrolio in mare, nella parte NOrd-Est, non tanto distante dove venne costruita la diga della discordia (chi non sa di cosa sto parlando http://savingiceland.puscii.nl/?language=it ). Il progetto di ampliare la produzione d'alluminio è attivo da tempo, così come la costruzione di altre dighe (appaltate a Impregilo, perchè noi italiani, si sa, se c'è da deturpare non vogliamo essere secondi a nessuno). Non so se il cambio di vento politico sarà sufficiente per tenere conto della questione ambientale (anche se il partito ambientalista è uscito molto rinforzato da queste elezioni...ma per quanto? E poi...saranno ambientalisti seri o come i nostri???). E in più c'è la questione conquista del Polo, con la Russia di Put-in (nel cul), in affari con esponenti del vecchio governo, e che da tempo ha messo gli occhi sull'Islanda...c'era un progetto di una raffineria nei Fiordi Occidentali, ma onestamente non ho altre notizie al riguardo...Insomma, per quel poco che ne so e ne ho capito, la natura selvaggia per cui oggi l'Islanda è famosa, quella natura di cui io e Janis siamo innamorati è tutt'altro che scontata. Il cambiamento non sarà certo in un anno o due, ma se in Italia è bastato mezzo secolo per deturpare tutto il deturpabile, io ammetto che un po' di preoccupazione la provo. Ora però spengo il pc ed esco fuori a respirare....Buon week end a tutti!

sabato 16 maggio 2009

Due mesi dopo...Islanda!

Eccoci qua, due mesi dopo, come le sovraimpressioni in un film dopo un salto temporale. Da Bluff, la località a forma di cesso del nostro ultimo post, all'Islanda sembra sia passato un secolo...un bel passo in avanti rispetto ai tempi in cui giorni, settimane, mesi, addirittura anni si cavalcavano a vicenda, sovrapponendosi in un formicaio di incombenze. Da quanto lavori lì? 5 anni??? Ma sembra ieri!!! Quanto si è fatta grande tua nipote...7 anni???? Non ci posso credere! Toccare con mano la relatività del tempo è come mangiarsi un cono gelato...se lo fai partendo dal fondo arrivi a un punto che il gelato ti cola sul naso ed è più difficile gustarselo. Invece se cominci dal lato giusto è tutta un'altra cosa...Filosofia da due soldi a parte, siamo finalmente alla tappa più lunga (quanto? Non lo sappiamo ancora...) del nostro viaggio. Siamo a Kjos. Janis lavora full-time, io per il momento solo qualche ora al giorno in cambio di vitto e alloggio. In pratica, faccio poco più di niente. Questo poco più di niente finora consiste in azioni apparentemente banali, come spalare merda nella stalla, spostare fieno con una carriola e segare rami...tutte cose per cui non serve certo ingegno, ma solo un po' di attenzione e buon senso (un po' come quando si va a votare...ma questa è un'altra storia...). Credo che per il momento non mungerò nessuna mucca...sono già in 4 in grado di farlo (oltre a noi ci sono Dora e Kitty, i due proprietari della fattoria e Armin, un ragazzo tedesco che lavora sodo, ma è talmente silenzioso che quasi quasi lo farei Presidente del Consiglio in Italia...) e non sembrano molto propensi a insegnarmi. Dora su questo argomento si è limitata a dire "vedremo"...Nel frattempo sto imparando ad apprezzare le sue doti di cuoca...non solo è brava, ma ha pure i miei stessi gusti...poca carne, tanta verdura e legumi a volontà. In pratica un ristorante perenne...con inclusa la colazione a base di latte fresco, yogurt biologico, marmellata fatta in casa e biscotti che Dora ha comprato perchè, dopo quasi 6 mesi, si ricordava che a Janis piacciono...Insomma, per il momento stiamo molto bene....si era capito????

sabato 21 marzo 2009

Bluff & Steward Island

Che differenza c e fra Bluff e la tazza del cesso? Che nella tazza del cesso puoi tirare l acqua....Dopo aver decantato la bellezza di tanti posti, devo dire che Bluff, il punto piu a Sud dell isola del Sud fa davvero schifo. Una fabbrica di alluminio sovrasta il paesaggio marino e vecchi capannoni abbandonati al loro destino fanno da contorno. Fa schifo anche il lodge e la connessione lenta e cosi lenta che il sito della tin va in timeout e non riesco neppure a leggere la posta. Per fortuna domattina prendiamo il ferry e andiamo a Stewart Island, a caccia (metaforicamente parlando naturalmente....) di kiwi.
Per il cultore della strada...da Queenstown siamo andati a Te Anau, Miltford Sound, ancora Te Anau e, seguendo la strada panoramica fino a Sud, siamo arrivati a Bluff.